Rapporti tossici
Abbiamo dei familiari che temiamo di incontrare? Che facciamo in modo di
evitare tutto l’anno e il solo pensiero di vederli ci fa venire voglia di
scappare?
Le persone tossiche esistono e possiamo incontrarle ovunque.
Spesso per non affrontare le persone tossiche le evitiamo, ma come comportarci quando queste persone sono molto vicine a noi?
L’energia emotiva che sprechiamo prima, durante e dopo l’interazione con loro probabilmente farebbe impallidire un maratoneta!
Ecco qualche suggerimento utile per imparare a gestire con un approccio diverso le relazioni familiari più spinose ed evitare
di essere emotivamente prosciugati, soprattutto in occasioni come le feste comandate.
Numero uno: non farti coinvolgere
I membri tossici della famiglia hanno spesso
un modo disfunzionale e forse anche abrasivo di comunicare
che potrebbe coinvolgerci, quando questo succede è importante riuscire a
rimanere distaccati dalle emozioni che sorgono dentro di noi prendendo la
decisione consapevole di affrontarle.
Ma come facciamo a non farci trascinare?
Beh, per prima cosa dobbiamo iniziare a guardare dentro di noi e a chiederci quando reagiamo :
Quali emozioni si stanno scatenando in me?
Dobbiamo stare molto attenti, anche se la tentazione è forte, a non riferirci a
questa persona dicendo frasi come :” Mi hai fatto sentire, mi hai fatto fare”,
perché non serve a nulla colpevolizzare l’altro, anzi può avere l’effetto
contrario.
Certamente queste persone possono essere così pressanti da portarci a
limite della sopportazione; cominciamo ad alzare la voce, recriminiamo il
passato, diciamo cose che non avremmo mai voluto dire, insomma ci
sentiamo come se stessimo andando ai matti.
Certamente quello che una persona narcisista fa è sbagliato, ma il lato
positivo è che ci sta anche rivelando quello che succede dentro di noi
( attraverso la nostra risposta emotiva) che genera emozioni come ,
insicurezza, gelosia, rabbia, il risentimento,
senso di tradimento, amarezza ecc.
Cominciamo con l’affrontare quello che accade dentro di noi.
Quando guariamo le nostre emozioni non ci lasciamo più trascinare
facilmente in queste dinamiche malate perché non abbiamo più un interesse
personale, non ci facciamo coinvolgere.
Quindi, uno dei modi per non farsi trascinare è rimanere emotivamente
distaccati.
Certo è molto difficile farlo perché quando veniamo stimolati in questo
modo è nella nostra natura umana reagire.
E’ difficile rimanere distaccati ( in quei tre decimi di secondo in cui veniamo emotivamente attivati )
e gestire immediatamente le nostre emozioni , ma si può fare.
Queste persone o relazioni tossiche con le persone a noi famigliari
non sono diventate tossiche all’improvviso, lo sono già da tempo.
Probabilmente ci alteriamo così facilmente perché qualsiasi cosa
assomigli a ciò che sentiamo ci è stato fatto nel passato ci fa reagire in
maniera esagerata.
Quando abbiamo una reazione spropositata, non vuol dire che l’altro ha
ragione, ma dobbiamo comunque essere responsabili delle nostre reazioni.
Questo non significa che se si ha una reazione esagerata o inappropriata a
un comportamento tossico ( narcisistico, adescante) siamo noi il problema.
Le persone narcisiste amano manipolare attraverso l’adescamento e il
punzecchiamento , provocano spesso una tale reazione e agitazione in noi
che alla fine sembriamo passare dalla parte del torto, a quel punto ci
sentiamo dire frasi come :“Cosa c’è che non va in te? – Guarda che risposte
dai! – Hai bisogno di aiuto – Ma che reazioni hai, non so quale sia il tuo
problema!”
Adorano fare così, ed è terribile, ma rimaniamo comunque responsabili delle
nostre reazioni.
Non confondiamo il loro comportamento provocante con quella che è la
nostra risposta inappropriata, impariamo a discernere.
Numero 2 Non sacrificare te stesso/a
non sacrificare te stesso per il bene della relazione:
ci vogliono due persone per stare in pace.
Se ti consigliassi di rimanere gentile, premuroso, tenero e
gentile, magari anche di abbracciare la persona che sta per derubarti, cosa
mi risponderesti?
Che sono pazza, e lo capirei perfettamente perché non vogliamo sacrificare
la nostra salute fisica e mentale per il male che può farci una persona
tossica, narcisista, adescante, pungolante e abusiva.
Numero tre: non dare spiegazioni
Non sentiamoci in dovere di dare spiegazioni, non è necessario,
anche se questo è ciò che le persone tossiche ci porteranno a fare.
Non lo fanno perché si preoccupano di noi , delle nostre ragioni, dei nostri
bisogni o di quello che stiamo cercando di fare, lo fanno per trovare un modo
di entrare nella nostra realtà e manipolarla.
Proviamo a dire ad un membro della nostra famiglia :” No
purtroppo non riuscirò a venire a cena domenica sera”,
comincerà a risponderti:” perché, cosa c’è che non va? Cosa devi fare di
così importante?” , inizia così ad adescarci al punto sentiamo di doverci
scusare pur sapendo che non è la cosa giusta da fare! questo può sembrarci
usuale , soprattutto se fa parte della nostra dinamica familiare , riteniamo
normale sentirci come se ci dovessimo costantemente difendere perché ci
siamo abituati.
Ma non dobbiamo farlo.
E’ proprio in queste situazioni che possiamo
imparare ad amarci e rispettarci facendo il grande passo
di iniziare a non lasciare che il comportamento tossico di una persona a noi
familiare ci trascini nella dinamica del dover dare spiegazioni sospingendoci
nel suo campo di gioco.
Queste persone non amano sentirsi dire di no.
Non accettano un NO come risposta e se trovano un briciolo di margine di
manovra per controllarci cercheranno di coinvolgerci utilizzando frasi come :
” perché non puoi ? Perché hai detto questo? Sai che ho
fatto questo per te…” ,
Cominceranno a chiederci i “perché” , ed è proprio qui che dovremmo
chiedere alla nostra parte saggia di aiutarci in quanto ci verrà naturale
reagire per spiegare le nostre ragioni.
Ma è un’esperienza che ci prosciuga e dato che questa è una dinamica che
abbiamo vissuto per tanto tempo considerandola “normale” la accettiamo
quasi passivamente anche se non va bene.
In realtà metto “normale” tra virgolette perché io non amo questa parola.
Normale significa che è nella norma, la norma delle persone lo fa, è questo
che la rende “normale” ma non necessariamente giusta.
Solo perché la norma è che la maggior parte della gente là fuori lo fa non
significa che va bene, molte di queste persone potrebbero avere interazioni
tossiche e non preoccuparsi affatto di cambiare.
Se non è così che vogliamo interagire dovremmo fare un passo indietro
e prima di tutto affrontare il percorso un po’ accidentato dello scavo interiore
per evitare di rientrare in quelle Dinamiche malate che vogliamo superare.
Smettiamo di difenderci, lasciamo che il nostro sì sia sì e il nostro no sia no:
“ no, no mi dispiace che non posso farcela a venire domenica”.
allora comincerà l’adescamento:” cosa c’è che non va? Perché’ non puoi?” ,
e nel momento in cui cedi e pensi: “Va bene, cosa c’è
di male a dirglielo” ti senti come se dovessi difenderti.
per cui ci spieghiamo o giustifichiamo più per noi che per loro probabilmente
cercando che la persona sia d’accordo con il nostro
NO, ma questo non succederà mai.
Cercare che la persona con questo atteggiamento sia d’accordo con il
nostro NO ci aiuterebbe a sentirci bene, ma non succederà mai e dovremo
imparare ad accettarlo.
E’ qui che iniziamo a entrare in quella dinamica chiamata codipendenza:
se ci accorgiamo di essere il tipo di persona che sta bene solo quando gli
altri stanno bene con noi o che non ci va bene che gli altri non stiano bene,
allora verremo sempre trascinati nella dinamica del doverci spiegare.
Quindi attenzione, non lasciamoci condizionare dal fatto che qualcuno non
stia bene, perché ci sarà allora difficile dire di no, saremo costretti a dare
mille spiegazioni per giustificare il perché non possiamo fare una certa cosa.
Non sto parlando di essere scortesi, egocentrici o sprezzanti.
Egocentrico o sprezzante si può diventare quando si commenta o giudica
negativamente qualcuno o qualcosa , sto solo dicendo che la lezione del sì
sia sì e del nostro no sia no.
In aggiunta dovremo anche metterci a nostro agio con la persona che ha
questo problema ( narcisismo ) coscienti che il rapporto non sarà mai
tranquillo a meno che non gli diamo ciò che vuole nel momento.
Quindi, numero tre: non dare spiegazioni.
Numero 4: Non essere parte del problema
Quando ripaghiamo il tossico con un atteggiamento tossico siamo altrettanto colpevoli.
Quindi ricordiamoci che è nostra responsabilità rispondere in modo giusto.
Questo non significa che la nostra risposta tossica neghi il loro
comportamento tossico.
Il nostro errore può anche essere una reazione esagerata ma questo non
giustifica il comportamento tossico dell’altro .
Quindi facciamo una valutazione accurata di ciò che sta accadendo.
Se entrambi ripaghiamo tossico per tossico, siamo entrambi tossici.
Quindi una delle cose su cui possiamo cominciare a lavorare è riprometterci
per il futuro di non fare parte del problema tossico.
Non blocchiamoci nelle nostre reazioni tossiche con la scusa di aver avuto
un’infanzia difficile, una mamma o qualcuno in famiglia che ci trattava male,
se giustifichiamo le nostre reazioni le rendiamo abitudini e di
conseguenza tratti del nostro carattere tossici (spesso senza neanche
rendercene conto).
Non vogliamo che sia così , ma se lo siamo, riconosciamo di essere
cresciuti in un ambiente tossico, in un ambiente disfunzionale, negativo,
pessimistico e manipolativo e che abbiamo assorbito molti di
questi tratti assimilandone i comportamenti.
E’ importante iniziare a riconoscere che
se non abbiamo conosciuto nulla di diverso, inizieremo ad adottare questi
stessi comportamenti malsani anche se proveremo la sensazione che c è
qualcosa che non va.
Potrebbero addirittura venirci tanti di quei sensi di colpa da sentirci male e non
sapere più cosa fare.
Allora potrebbero accadere due cose:
o ci pentiamo e poi neghiamo tutto quello che sta succedendo tornando
dritti nella fossa dei leoni, oppure ci giustifichiamo finendo esattamente nel
comportamento che ho appena spiegato qui sopra , dove le nostre
reazioni si trasformano in abitudini e le abitudini si trasformano in tratti tossici del
nostro carattere senza che ce ne rendiamo neanche conto.
La prima cosa che possiamo iniziare a fare è riconoscere cosa succede
dentro di noi quando interagiamo con queste persone tossiche e
contagiose, che potrebbero infettarci e renderci tali a loro.
Prendiamo ciò che il nemico intende per il nostro male e
preghiamo di usarlo per il nostro bene
Guardiamo alle ferite che ci portiamo dentro, scopriamone i fattori
scatenanti e chiediamoci: “ cosa possiamo fare? “.
Dobbiamo resistere alla tentazione di concentrarci mentalmente su questa
dinamica tossica, questa disfunzione, questa ansia, questo evitare che
assorbano tutte le nostre energie perché potrebbe tenerci legati a loro per
anni, se non per tutta la vita.
Valutiamo accuratamente ciò che accade nella nostra famiglia e con le persone a noi care, argomentare è inutile perché cominceremmo a difenderci,
E’ una battaglia mentale che continua a ripetersi all’infinito, prima, durante e
dopo, è come se ormai la tossicità ci fosse entrata dentro e avesse occupato
così tanta parte della nostra mente che non c’è più spazio per godere
dell’amore e della vita.
Non c’è spazio per andare avanti e ricordarci del nostro scopo.
Basta!
Non siamo noi a dover far capire ad un narcisista cosa sta facendo, non siamo noi a doverli aiutare a capire , convincerli che qualcosa è sbagliato
non siamo noi a dimostrare che si sbagliano, non siamo noi a doverlo fare
Prima domanda:
“Come posso fare pace con una persona narcisista senza avere la sensazione di fare il suo gioco e lasciargliela fare franca?
Qui è dove si comincia a fare un po’ di confusione, si dice che chi giustifica i malvagi e chi condanna i giusti sia uguale di fronte a Dio.
Spesso pensiamo che la cosa migliore sia non fare nulla , ma non dobbiamo stare seduti e lasciare che il male prevalga, anzi vogliamo stare attenti a non giustificare il malvagio, anche se a volte, quando si vede un comportamento tossico, non è necessariamente il nostro posto quello di farglielo notare, specialmente all’interno di una famiglia che ha questa Dinamica (vedi l’esempio del profeta che non viene onorato nella sua stessa città o ignorato dalla sua famiglia)
Non accetteranno quello che abbiamo da dire.
Non hanno nessuna intenzione di cambiare.
Quindi la domanda è: come posso fare pace con una persona narcisista?
Si può fare la pace solo quando è possibile.
Se il problema siamo noi , allora cambiamo,
se non siamo noi il problema non c’è niente noi possiamo fare per fare pace.
Molte volte pensiamo di dover fare pace a tutti i costi e finiamo per giustificare il cattivo comportamento di una persona, gli permettiamo di farla franca o non facciamo nulla al riguardo.
A volte la cosa più giusta che possiamo fare è allontanarci da quella situazione, soprattutto se non abbiamo modo di poter dire o fare qualcosa cosa per migliorarla.
Resistiamo alla tentazione di voler fare della giustizia il nostro obiettivo e il nostro scopo quello di cercare di cambiare qualcuno che non è disposto ad essere cambiato.
Seconda domanda:
“Dopo essermi pentito, devo anche chiedere scusa ?”.
Questo non alimenterebbe il mostro?
Sono una convinta sostenitrice del fatto che se sbagliamo è giusto chiedere scusa a meno che questo non apra la porta ad altri potenziali problemi, cioè se la nostra sicurezza è in discussione.
Per esempio se veniamo da un rapporto con un ex marito violento e riconosciamo che alcuni dei comportamenti che abbiamo o avevamo avuto non erano così come avrebbero dovuto essere tornare da lui per scusarsi di ciò che abbiamo sbagliato è un assoluto NO.
Un altro caso in cui dire NO è se si tratta di una parte del nostro passato che deve rimanere nel passato, come ad esempio un ex fidanzato o una ex ragazza con i quali ci saremmo dovuti scusare per alcuni dei nostri comportamenti, se lo facessimo aprirebbe di nuovo la linea di comunicazione che deve rimanere chiusa.
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